venerdì 28 novembre 2008

Uniti per l'approvazione di "Parlamento Pulito"!

E' notizia di poche settimane fa che le firme raccolte per il V2-Day non sono valide, in quanto insufficienti. Come vi ricordate il V2-Day è stata la giornata in cui Grillo ha proposto la raccolta di firme da parte dei cittadini italiani per 3 Referendum Abrogativi: 1) Abolizione del finanziamento pubblico all'editoria 2) Abolizione dell'Ordine dei Giornalisti 3) Abolizione della Legge Gasparri sul sistema radio-televisivo italiano. Per ogni proposta di Referendum la Costituzione afferma che sono necessarie 500.000 firme valutabili ed autenticabili. Le firme sarebbero state sufficienti secondo coloro che le hanno raccolte ed inviate a ciascun Comune per la validazione. La validità ultima, però, è stabilita dalla Corte di Cassazione che ha pronunciato il suo no pochi giorni fa. Molto probabilmente il problema sta nella metodologia di raccolta che risulterebbe errata, anche se le malelingue sostengono che la Cassazione ha cercato un espediente per non far approvare il numero. Da questo blog è sempre partito un forte sostegno agli organi di Giustizia, per cui anche in questo caso sono sicuro che chi è stato chiamato a giudicare la validità delle firme l'ha fatto in buona fede, semplicemente eseguendo il proprio lavoro nella più grande trasparenza possibile. Resta il fatto, però, che di firme valide e già approvate dalla Cassazione ne esistono e queste sono parcheggiate in Senato, precisamente in Commissione Permanente Affari Costituzionali. Esse riguardano la Legge Popolare per un "Parlamento Pulito" raccolte durante il primo V-Day. Queste firme sono veritiere e sono la risposta concreta della gente che vuole pulizia nella politica italiana. Anche questa legge prevede 3 punti: 1) Incandidabilità per i condannati in via definitiva 2) Ritorno alle preferenze, quindi alla decisione di chi vogliamo sia il nostro rappresentante 3) Limite di due mandati per i Parlamentari. All'indomani del primo V-Day, molte sono state le critiche ma molte sono state anche le parole incoraggianti della classe politica che ha raccolto l'invito di cambiare profondamente dal di dentro, partendo per lo meno da una cosa fondamentale che è quella di non candidare i condannati. Promessa questa mai mantenuta, ovviamente, considerando che attualmente risiedono in Parlamento 18 condannati in via definitiva, più un'altra sessantina di parlamentari condannati in primo e secondo grado. E sì che gli elettori nell'ultima tornata elettorale sono stati abbastanza chiari con i politici: da 15 Partiti siamo finiti a 5, con un netto spostamento verso le fila dell'Italia dei Valori e della Lega che raccolgono a sé maggiormente la protesta che dal primo V-Day è partita formalmente. Il cambiamento, dunque, non lo vogliono solo le 350.000 persone e più scese in Piazza una volta per firmare per un "Parlamento Pulito", ma lo vogliono anche i milioni di elettori che sono andati a votare e hanno deciso di premiare i Partiti più vicini alla gente. Come mai allora questa legge non si fa? Scherzano con il fuoco questi finti rappresentanti perché la gente è stufa di questo loro comportamento supponente. La maggioranza non può avere scuse del tipo che ci sono problemi più gravi da affrontare, dato che ha passato i primi mesi di Legislatura a fare leggi ad personam per Berlusconi e la minoranza del PD scuse nemmeno ne trova perché tanto non parla a prescindere per cui... Gli unici presenti sembrerebbero essere i Parlamentari dell'IDV che, oltre ad avere un'idea di cosa sia la Rete e ciò male non fa, parlano e denunciano pubblicamente le magagne del potere, tra cui possiamo tranquillamente metterci la non promulgazione ad hoc della legge "Parlamento Pulito". Fortunatamente due di loro sono in Commissione Affari Costituzionali e sono il Sen. Belisario e il Sen. Pardi i quali hanno deciso di rispondere all'appello di Grillo attraverso la Rete con un video. Pubblico questi video qui sotto, sperando che più persone possibili ne possano cogliere il significato profondo di cambiamento che si potrebbe avere già da domani se si volesse. Sosteniamo questi parlamentari e sosteniamo questa proposta di Legge Popolare. Uniti siamo più forti!





P.S.: Nel mio piccolo, sono contento di essere tra i primi "Free Blogger" ad essere presenti nel Blog di Grillo (qui). Da oggi, cliccando sulle foto si apre il link di ogni blog, per cui è come se avessi fatto uno scambio di link con il blog più importante in Italia e questa è una piccola soddisfazione personale. 

sabato 22 novembre 2008

Le Proposte per cambiare l'Università!

Parlandovi dei punti chiave della legge 133 (vedi qui), vi avevo promesso che avrei parlato anche delle proposte che l'Ateneo di Padova metteva in gioco in un presunto tavolo di concertazione con il governo. Questo post cercherà di far luce su queste proposte, sperando che un giorno esse possano essere per lo meno ascoltate dal governo in carica. A parlare di questi punti importanti è stato il Professor Muraro (biografia), Ordinario di Scienza delle Finanze all'Università di Padova , ex Magnifico Rettore di tale Ateneo da novembre '93 fino all'ottobre '96 ed ex Presidente della Commissione Tecnica per la Finanza Pubblica (CTFP). Quest'ultima è stata nominata dal Ministro dell'Economia Padoa Schioppa (vedi qui e quinella scorsa legislatura ed è stata subito cancellata una volta che al Ministero è salito Tremonti. Come si può ben delineare leggendo il link, la CTFP è stata nominata con l'obiettivo di revisionare la spesa pubblica e, nel caso particolare dell'Università Italiana, lo scopo era quello di "spendere di più, ma spendere meglio". A questa commissione non si è dato il tempo di lavorare perché tutti conoscono la storia politica recente nel nostro Paese e, quindi, il Professor Muraro ha dovuto spiegare a noi studenti quali sarebbero dovuti essere gli obiettivi principali della CTFP in tema di Università. Obiettivi che sono più che mai di attualità considerando ciò che ha introdotto la legge 133 nel panorama universitario. Dal mio articolo precedente, avete potuto notare come sia stato calcolato che i tagli indiscriminati che la 133 porta con sé siano pari allo 0,83% della spesa corrente, più il taglio del turnover. Fondi che vengono sottratti alla già scarsa spesa, pari all'1% appena del PIL, che lo Stato dà alla Ricerca Italiana. Avete potuto leggere, invece, che il Trattato di Lisbona, revisionato dall'Italia ad inizio di questa Legislatura, prevede che alla Ricerca vengano assegnati fondi pubblici pari al 3,3% del PIL, ossia molto di più di ciò che viene effettivamente donato. Partendo da questi punti fondamentali cerco di introdurre al meglio i 5 obiettivi importanti che la CTFP si era data, che l'Ateneo di Padova tuttora appoggia in pieno dentro l'AQUIS e che potrebbero veramente cambiare in meglio l'Università Italiana. Il primo punto prevede di eliminare la cosiddetta Spesa Storica. Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità, l'Università faccia l'Università e il Governo faccia il Governo. Questo significa che gli Atenei devono essere responsabilizzati in tema di Didattica, di Ricerca e di Assunzioni del personale ma nello stesso tempo il Governo deve impegnarsi a fornire i Fondi necessari con costante regolarità e a ridefinire gli Stipendi. In Italia, infatti, non esiste la meritocrazia e la qualità e nessuna delle due viene men che minimo premiata. Chi ora vuol farci credere che i tagli servono per eliminare gli sprechi, è stato colui che ha introdotto la Riforma Moratti del 3+2 che ha moltiplicato i Corsi di Laurea, spesso inutili, con costi pubblici che sono balzati in aria in modo incontrollabile. Tutti sapevano che potevano prendersi i finanziamenti statali, mediante il meccanismo della Spesa Storica, e allora perché non creare una nuova Laurea? Il secondo punto prevede di stilare una Programmazione decennale per l'Università e la Ricerca che deve essere rispettata. Anche qui vale la regola della responsabilità: io Governo ti dò tutti gli strumenti affinché tu Università possa raggiungere gli obiettivi programmati, ma tu Università devi raggiungere questi obiettivi nel periodo concordato con il Governo, sennò paghi. La terza proposta entra nell'ambito economico della faccenda proponendo la Trasparenza dei Bilanci degli Atenei e la Ridefinizione dei cosiddetti Vincoli. Questi vincoli, affinché possiate capire tutti, riguardano essenzialmente 1) le spese fisse per il personale che ogni Ateneo deve affrontare e 2) l'FFO, che avete capito essere il Fondo di Finanziamento Ordinario vitale per ogni Ateneo Pubblico, anche per il più virtuoso. L'FFO sta sempre più diminuendo nel tempo e di contrasto aumentano di molto le spese per il personale in alcune Università. Perché accade questo? Per il semplice motivo che non è prevista per legge una Trasparenza dei Bilanci degli Atenei. L'indebitamento attuale è sul 15% dell'FFO, ma esistono degli Atenei che spendono per il personale il 90% di questo Fondo Statale. In questa situazione non regolamentata i margini di manovra sono ridotti al minimo, la prima cosa che chi governa fa è ridurre i fondi a tutti così si taglia la testa al toro, non capendo che in questo modo non si risolvono i problemi (bensì si aggravano) e non si riescono a far progredire le Università migliori. Infatti, se il Fondo di Finanziamento Ordinario non viene più adeguato bensì tagliato, con la scusa non veritiera che la maggior parte di esso viene usato da TUTTI gli Atenei per mantenere il personale, si va alla deriva perché otteniamo che le Università migliori non ricevono più i fondi per colpa delle peggiori. Una Riforma seria deve individuare le Università "furbe" e far pagare solo quelle. Ciò lo si può fare con la Revisione dei Vincoli che è la naturale conseguenza della Trasparenza dei Bilanci. La quarta proposta riprende il problema della Spesa Storica visto nel primo punto e ne dà una soluzione che secondo me è innovativa. Perché non attuare anche per l'Università una sorta di Federalismo Meritocratico? Lo si può fare da domani mattina se si volesse. Una quota crescente di FFO, dice CTFP e AQUIS concorda, dovrebbe essere ripartito diversamente per ogni Ateneo secondo queste modalità: 1) un 30% deve essere dato o meno in base alla popolazione studentesca ponderata. Il termine "ponderata" è discriminante perché permette di valutare annualmente la popolazione studentesca contando chi entra come matricola e chi esce come laureato. Capite bene che se non esistesse la parola "ponderata" ciascuno potrebbe conteggiarsi i "suoi" studenti indipendentemente da quanti entrano, da quanti escono e facilmente quasi tutti otterrebbero valori numerici alti, soprattutto gli Atenei non virtuosi che mantengono per anni studenti fuori corso. 2) un secondo 30% deve essere assegnato o meno in base alla Ricerca prodotta da ciascun Ateneo. La Ricerca ovviamente è valutabile principalmente dal numero di pubblicazioni scritte in riviste scientifiche accreditate, che a loro volta hanno alle spalle persone capaci che valutano il prodotto prima di pubblicarlo e questo già accade. 3) Un successivo 30% deve essere destinato o meno in base alla Didattica svolta da ogni Ateneo. Questo punto è ancora oggi fonte di discussione perché è chiaro come sia necessario istituire per questa valutazione un indicatore di sorveglianza rigido, incorruttibile e trasparente. E qui io penso che la Rete potrebbe avere una parte non di poco conto, se si avessero rappresentanti parlamentari capaci. 4) il rimanente 10% deve essere donato o meno agli Atenei che sviluppano progetti speciali in termini misurati e misurabili come ad esempio il progetto Socrate-Erasmus, le Tesi all'Estero, le collaborazioni con Università straniere etc... Questi punti della quarta proposta oggettivamente possono migliorare di molto l'Università Italiana. Il quinto punto stilato dalla CTFP parla delle Borse Studio, argomento che vi avevo promesso nel precedente post. Attualmente le Borse Studio sono finanziate dalle Regioni e, per ovvi motivi, sono inadeguate al mantenimento dello studente che le riceve. La proposta è quella di introdurre un Fondo Nazionale per le Borse di Studio. Il Prof. Muraro dice che basterebbero 50 Milioni di Euro per risolvere molti degli attuali problemi presenti in quest'ambito e a me non pare una cifra che possa distruggere un Bilancio Statale. Perché agire su questo punto vi chiederete. La risposta sta nella parola "Competizione". Se allo studente bisognoso lo Stato dà i soldi per un mantenimento di vita decente, egli potrà scegliere l'Ateneo che più gli aggrada e che più soddisfa le sue ambizioni. Ecco quindi che ogni Università cercherà di far di tutto per richiamare a sé quello studente e nel Sistema si creerà una sorta di competizione benefica e sana destinata a premiare i migliori a discapito dei peggiori. Oggi, invece, lo studente bisognoso non riceve tanti soldi e quindi è costretto a ragionare al ribasso, mettendo i costi sopra all'ambizione personale e scegliendo quasi sempre Facoltà vicino casa che, nella maggio parte dei casi, gli permettano di fare il pendolare con più facilità. Da qui sono nate le miriadi di sedi staccate che sono un costo impressionante per lo Stato e che sono un suicidio intellettuale per gli studenti magari meritevoli. Dunque, da ciò capite che se si volesse cambiare veramente l'Università lo si potrebbe fare ascoltando chi di Università ne capisce.

sabato 8 novembre 2008

A quando il cambiamento in Italia?

Ho appoggiato Barack Obama direttamente dal mio blog e sono contento che abbia stravinto le Presidenziali statunitensi. Anche la North Carolina è stata assegnata ai Democratici (vedi qui) per cui Obama arriva a 364 Grandi Elettori contro i 162 di Mc Cain (lo Stato del Missouri non è stato assegnato a nessuno dei due). Ora arriva il difficile e un buon punto di partenza sarà la formazione di una squadra di governo "capace", in grado di essere pronta ad affrontare la crisi economico-finanziaria che imperversa in questo nostro tempo. L'Italia è un Paese distante dagli Stati Uniti ma in questi giorni si sono accorti di noi. La mania di protagonismo del nostro Premier è insuperabile e se qualcuno del suo staff qualche volta gli ricordasse che oltre ad essere imprenditore è anche Presidente del Consiglio del nostro Paese forse staremmo meglio tutti. Ricordo ancora il servizio delle Iene in cui un inviato in America mostrava la foto di Silvio alla gente e nessuno lo riconosceva (peraltro era il periodo in cui lui si vantava di essere il miglior alleato degli USA, un po' come lo sta dicendo in giro in questi giorni). Che abbia visto questo servizio e abbia voluto rendersi effettivamente famoso agli occhi degli americani? Non si sa! Diciamo che dovrebbe capire che non tutti al mondo sono i Putin di turno pronti a ridere con uno spettacolo del "Bagaglino" fornito in diretta a Villa Certosa. C'è gente anche seria al mondo, che dimostra di sapersi comportare in modo consono al lavoro che è chiamato a fare. Lui scherza e intanto noi siamo sbeffeggiati e considerati dei cretini perché votiamo lui come nostro Presidente. Vi parlo spesso della Rete. Avete visto cosa significa Rete? Qualche anno fa questa battuta sarebbe caduta nel dimenticatoio dei media italiani, oggi non è così e chiunque può venire smascherato per quel che è veramente. Nel giro di pochissimo qualcuno ha messo in Rete il video con la frase di Berlusconi e in un paio d'ore l'Herald Tribune titolava così: "Italian leader: Obama 'handsome and even tanned' " ("Il leader italiano: Obama 'bello e anche abbronzato' "). All'interno dell'articolo (vedi qui) si parla, tra le tante cose, di un Berlusconi che "scherza sul colore della pelle del primo Presidente di colore nella storia degli USA" e di un Berlusconi che "ha una storia ricca di osservazioni controverse". Cosa volete che sia, è solo il giornale più importante al mondo... Non basta, pochi minuti dopo interviene direttamente il New York Times dal suo sito ufficiale (vedi qui) con un articolo il cui titolo è sobrio ("Berlusconi under fire for Obama 'joke') ma con uno sviluppo interno piccante. Basti pensare che la prima frase dell'articolo è "Il Primo Ministro italiano Berlusconi l'ha fatto ancora", come dire l'ha fatta grossa un'altra volta. Questi sono i casi più importanti avvenuti nei primi attimi dopo il pronunciamento della frase incriminata, ma non finisce qui. Poche ore fa, il nostro Presidente tiene una conferenza stampa in cui torna sull'argomento e dà degli imbecilli a tutti coloro che hanno riportato questa frase nei giornali (guarda il video). Gran colpaccio Silvio eh?? Al che, un giornalista serio (tale Steve Scherer dell'Agenzia americana Bloomberg) si alza in piedi e chiede a Berlusconi: "Non pensa di chiedere scusa? Non pensa che il suo commento su Obama sia stato esagerato? Si rende conto che negli USA un commento del genere è offensivo?" beccandosi come risposta "vuoi essere inserito pure tu nell'elenco degli imbecilli?" e "chiedi piuttosto scusa tu all'Italia!". In Italia nessuno si sognerebbe di fare queste domande. E comunque, anche se qualcuno avesse il coraggio, alla risposta "chiedi scusa tu" sicuramente nessuno ribatterebbe più. Scherer no, non si è fermato e ha ribattuto al Premier "Uno statista non si comporta così". Steve ha avuto poi modo di spiegare ai giornalisti italiani che in America negli articoli si riportano i fatti e questa cosa non è politica ma è CORTESIA. Ha detto loro, inoltre, che il giornalismo negli USA è critica del potere, o meglio è critica dell'abuso del potere rappresentato molto bene dal nostro Berlusconi. Ecco perché Steve ha dichiarato di essere onorato per aver fatto incazzare il Premier perché questo significa che ha fatto bene il suo dovere. Le parole "Il fatto che Berlusconi si sia alterato vuol dire che io, come giornalista, ho fatto il mio lavoro" dovrebbero essere scritte a caratteri cubitali all'entrata di ogni sede dei giornali italiani e davanti ad ogni studio di TG. Si sono fatte le elezioni in America e nessuno in Italia si salva: c'è chi salta sul carro del vincitore non si sa a che titolo (addirittura una parlamentare della Lega ha detto che Bossi è l'Obama italiano... metapolitica), c'è chi fa le gaffe in mondovisione, c'è chi come Gasparri dice che eleggendo Obama si è fatta contenta Al-Qaeda... Insomma non ci lasciano un momento in pace questi politicanti, finti rappresentanti. Per fortuna la Rete quel che ci toglie con una mano sbeffeggiandoci dappertutto, ce lo ridà con l'altra permettendoci di farci sentire. Ecco infatti che sul blog del New York Times centinaia di italiani hanno scritto commenti (vedi qui) chiedendo scusa per le frasi pronunciate in questi giorni. Avete capito? Siamo noi che dobbiamo cospargerci il capo di cenere e chiedere perdono. Ma io ho capito il perché di tutto ciò ed è per questo che mi sono aggiunto ai commenti. Chi ha scritto in quella pagina non vuole rappresentare un Paese che non esiste, vuole rappresentare se stesso e dire al mondo "Io NON SONO così come il mio Presidente. Vi chiedo scusa". Fatelo per voi stessi e per la vostra intelligenza se lo ritenete opportuno. Molti di noi "il cambiamento" ce l'hanno dentro, più di coloro che dovrebbero portare alto il nome dell'Italia nel mondo. A quando, dunque, il cambiamento totale qui da noi? Change we need!



N.B.: Continuate ad informarvi sulla legge 133. Clicca su Legge 133. Informati!

P.S.: Continuate a diffondere e a firmare nelle vostre città contro il Lodo Alfano:

mercoledì 5 novembre 2008

Pubblico l'intervista che ho rilasciato ad Economy Online!

Pubblico molto volentieri l'intervista integrale che mi è stata fatta dall'amico Stefano di Economy Online. Lo ringrazio vivamente per la fiducia che ha riposto in me e nel mio blog. Il permalink ufficiale del suo sito dove potrete leggerla è qui.

INTERVISTA:

Pubblico con piacere questa intervista a Matteo di Teo news, in cui abbiamo discusso non solo di economia ma, più in generale di alcune problematiche che hanno caratterizzato questi ultimi mesi. Ringrazio di cuore Matteo per aver trovato il tempo di rispondere alle mie curiosità.

Mi hanno chiesto di rispondere ad alcune domande in merito a temi di attualità e ne sono lusingato. Sono Matteo di Teo News. Sono uno studente Universitario di 25 anni che a breve entrerà in tesi. Il mio corso di Laurea è in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche ma mi interesso molto anche di tutto ciò che mi ruota attorno nella vita di ogni giorno. Ecco perchè ho deciso di aprire Teo News che è un blog aperto a tutti in cui parlo di attualità, politica, informazione e molto altro, non disdegnando di trattare qualche volta temi di Ricerca Scientifica, che un pò è il mio campo diciamo. Ringrazio Stefano, amministratore di questo blog, che ha voluto riporre in me tanta fiducia con queste domande. Ricordo a tutti che le risposte che troverete saranno solo e solamente delle opinioni di uno studente che si informa e non di un economista, di un politico o di un esperto in materia.

1. Come giudichi l’attuale situazione economica che sta attraversando il mondo?

E’ fuor di dubbio che la situazione è grave. Negli USA siamo arrivati al crollo delle banche quando nessuno poteva aspettarsi fino a poco tempo fa che questi istituti potessero fallire. La crisi finanziaria che ha investito tutto il Mondo, anche l’Italia nonostante il parere fuorviante dei nostri politici, si sta pian piano trasformando in una crisi economica senza precedenti. E’ questa la crisi vera che toccherà noi umili cittadini e ce ne accorgeremo ben presto se non si metteranno in atto Riforme Vere che portino ad aumentare il potere d’acquisto delle famiglie. Guarda, basterebbe tagliare tutte le tasse sul lavoro dipendente e daremmo a tutte le famiglie un sostentamento economico reale tale da far smuovere l’economia che è stagnante. Non è la panacea di tutti i mali questo provvedimento, intendiamoci, ma ci darebbe la possibilità di mettere un piede fuori dall’acquitrino fangoso in cui ci troviamo ora.

2. Secondo te i provvedimenti presi dall’Unione Europea sono sufficienti ad arginare la crisi?

I Provvedimenti dell’UE sono stati utili e necessari, ma non sufficienti. L’esempio lo vediamo dall’andamento delle Borse. Uno dei problemi in questi casi è agire contro la speculazione. Nessuno si chiede come sia possibile che un giorno le Borse calino in doppia cifra ed il giorno dopo si alzino quasi in doppia cifra? I singoli Stati devono intervenire se necessario, ma su due fronti: quello finanziario e quello economico. Ripeto, non basta salvare le banche se poi non abbiamo la gente che consuma. Ridiamo il potere d’acquisto, diamo lavoro a più persone possibili (e quindi non tagliamo posti di lavoro come si sta facendo) perchè se girano i soldi è utile a tutti i livelli dell’economia reale. Il New Deal è passato alla storia come il periodo in cui per sistemare una strada una persona faceva il buco, l’altra sistemava il problema e la terza chiudeva il buco. Cosa significa? Significa che è ora il momento in cui si deve incentivare la Spesa Pubblica e non tagliarla (andava tagliata prima e bisognava farlo), dare lavoro e non toglierlo, dare Welfare e non creare precarietà, tagliare le tasse e non aumentarle o cambiarle di nome mantenendole (vedi ICI).

3. Cosa pensi dell’operato del governo sulla gestione del caso Alitalia?

Credo sia un operato eslusivamente di marketing. Il problema, non solo in questo caso, è l’informazione italiana. Basterebbe dire le cose vere e non controllare la mente degli italiani raccontando loro delle bugie. Alitalia non è salva perchè Alitalia non esiste più dato che ha portato i libri in Tribunale. Abbiamo solamente un gruppo di imprenditori che non hanno una lira e che si son fatti avanti solo per avere in cambio favori dalla politica e da Berlusconi in primis. Quali favori? L’expo 2012 a Milano è un buon palcoscenico e chi lavora nel settore Immobiliare, chi è nelle Banche può trarne molti vantaggi. Queste sono le persone che si sono fatte avanti, non c’è nessuno che capisca di voli aerei tranne l’Amministratore di Air One che ha più di 1 Miliardo di Euro di debito ceritifcato a bilancio e che non vede l’ora di scaricarcelo a noi. Ricordo, infatti, che Alitalia è stata scorporata in due compagnie ( Bad e Good Company) di cui quella “Bad” viene lasciata allo Stato (cioè a noi) con tutti i debiti pre esistenti più quelli di Air One e quella “Good” se la dividono in 16 persone non competenti pagandola poco più di 300.000 Euro, quando è stato certificato che valga almeno 5 Milioni di Euro. Vedete un pò voi…

4. Ci puoi spiegare cos’è il Lodo Alfano, di cui ti sei occupato nel tuo blog?

Partirei col chiamarla Legge e mi scuso con i miei lettori se sono cascato pure io nel tranello di chiamarla Lodo. Questa legge prevede che le 4 più alte cariche dello Stato siano immuni davanti alla Legge. Nello specifico sono: Il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato della Repubblica, il Presidente della Camera dei Deputati ed il Presidente del Consiglio dei Ministri. Queste 4 persone potranno combinare di tutto durante il mandato (rubare, corrompere, stuprare, ammazzare) e non subiranno nessun procedimento in sede penale. E’ ovvio che oltre che anticostituzionale (vedi articolo 3 e non solo) questo provvedimento è anche immorale e contro tutti i cittadini. Ovviamente, degli attuali quattro che siedono in quei posti solo Berlusconi ha in corso più procedimenti a suo carico che lo vedono imputato, per cui direi che si tratta di un’ulteriore legge ad personam che il Premier si fa sfruttando il potere politico concessogli. Comunque, ricordo a tutti che potete firmare per un Referendum Abrogativo di questa legge in tutte le Piazze italiane fino a fine Dicembre. Informatevi in internet e guardate quando i banchetti saranno nella vostra città.

5. E il Lodo Consolo?

La Legge Consolo è la naturale prosecuzione della Legge Alfano. Per giustificare la serenità di Governo si stanno facendo una legge che bloccherà i processi anche per tutti i Ministri del Governo. Siccome non bastavano le 4 più alte cariche dello Stato, hanno pensato bene di estendere a tutti i Ministri l’impunità. Vorrei ricordare a tutti che Giuseppe Consolo, parlamentare che ha presentato questa proposta di legge, è anche l’Avvocato del Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli il quale è imputato per favoreggiamento in un processo che si svolge a Livorno. Come vedete, una volta che si capiscono le singole mosse è più facile capire l’approdo. Il problema dell’informazione controllata italiana è che molto spesso dà solo l’approdo (a volte nemmeno quello) per cui la gente non capisce un bel nulla e non dà un nesso logico a ciò che sente perchè non sa collocare il fatto. La legge Consolo, infatti, sta passando sotto il silenzio generale dell’informazione tranne per quanto riguarda i soliti Travaglio, Gabanelli e pochi altri che fanno il loro lavoro liberamente senza subire il ricatto dei poteri forti.

6. I canali di informazione classici (vedi tv, radio e giornali) secondo il mio punto di vista non hanno brillato in un periodo come questo in cui sarebbe servita maggiore trasparenza e consapevolezza. Non credi che i media continuino a bombardarci di stupidaggini (calciatori, veline, reality) e lascino poco spazio (volutamente) ai temi realmente importanti?

Sì, è quanto detto sopra. Apprezzo molto il tuo volutamente messo tra parentesi. Ti faccio un esempio per farmi capire. Sei un lavoratore dipendente e il tuo capo ti dice sempre cosa fare: obbedisci a lui sennò sai che potresti perdere il posto, oppure ti lamenti mettendo a repentaglio il tuo posto? Qui è uguale: dentro ai giornali, alle tv, alle radio comandano Berlusconi, le Banche e tutti i Partiti. Berlusconi con le sue tv e l’editoria, le Banche sono dentro a quasi tutti i giornali più importanti del Paese, i Partiti si spartiscono posti all’interno della tv e radio pubblica (Rai e Radio Rai) in dipendenza di chi è in quel periodo maggioranza o minoranza. Racconteresti tu cose scomode contro di loro? Eppure ne abbiamo di cose da dire su Berlusconi, su Veltroni, sulle Banche, sulla politica etc.. no? A me non sembra una cosa normale tutto ciò e questo è il motivo per cui non si trattano i fatti veri ma si rimbambisce la gente con stupidate senza senso. Un consiglio d’amico: spegnete la tv e andatevi a trovare le informazioni utili in internet. Se sapete l’inglese, tanto meglio!

P.S.: E' importante che continuate a leggere, a commentare e ad informarvi sulla legge 133 che taglia fondi all'Università pubblica. Il link è qui, ma potete raggiungerlo facilmente anche cliccando in alto dove leggete La Legge 133.Informati!

domenica 2 novembre 2008

I Punti chiave della Legge 133!

L'Ateneo di Padova, come peraltro tutti gli Atenei d'Italia, ha deciso di mobilitarsi per rendere noto il perché della protesta contro la legge 133 inserita in Finanziaria che reca disposizioni in materia di sviluppo economico, semplificazione, competitività, stabilizzazione della finanza pubblica e perequazione tributaria. Ovviamente alle Università interessa rendere noto la parte che le tocca in modo particolare per cui, essendo studente, tralascerò le parti che parlano d'altro. L'argomento è complesso (anche se è riassumibile in pochi punti cardine) ed è per questo che ho deciso di trattarlo in due articoli diversi che si susseguiranno nel tempo. In questo primo articolo penso sia giusto parlarvi delle legge in quanto tale, per dar modo a tutti voi di capire la situazione in maniera spero più chiara di quanto invece trapassa dalle TV.  In un secondo articolo, invece, darò spazio alle proposte di miglioramento e/o cambiamento di questa legge, in modo tale da rendere noto a tutti che chi si sta mobilitando lo sta facendo per far sentire la propria voce e non perché è un fannullone che non ha voglia di fare nulla. Ci tengo a precisare già da ora due cose: la prima è che il movimento su scala nazionale non è assolutamente un movimento di parte politica. E' troppo semplice ricondurlo ad un antiberlusconismo che non esiste nella sua totalità e che è testimoniato da molti video presenti in Rete. Pare scomodo dire che i ragazzi di oggi si informano nei canali di informazione libera (vedi la Rete) ragionando con la propria testa, ma è così nella maggioranza dei casi. E' molto più semplice da parte della classe politica al potere ridurre il movimento ad una burletta di parte, ma sono convinto che tutti voi non ci siete cascati in questo tranello. La seconda cosa che vi voglio enunciare è che tutto ciò che vi dirò in questi post non sarà assolutamente una mia visione della situazione ma sarà la realtà dei fatti, testimoniata per altro da illustri docenti (farò nomi e cognomi) che ho avuto l'onore di sentire in alcune conferenze di questi giorni. Il curriculum vitae parla per loro e la loro trasparenza è legittimata dagli incarichi svolti in passato ed in corso di svolgimento nel presente. Fatte queste necessarie premesse, valutiamo i punti cardine di questa legge che non è una riforma, come peraltro riconosciuto seppur a fatica dagli artefici di questo "capolavoro". Innanzitutto sono da valutare i tagli alle Università. Sono convinto che molti di voi non ci stiano capendo nulla e credo, inoltre, che molti voci favorevoli a questa legge non sappiano bene come stia veramente la situazione in termini di tagli di risorse agli Atenei. In primo luogo bisogna fare riferimento al cosiddetto FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario). Esso non è altro che un finanziamento statale che annualmente tutti gli Atenei ricevono e, per questi ultimi, è una vera panacea dato che rappresenta più della metà delle loro capacità di sostentamento. Il Prof. Favotto (vedi qui), Ordinario di Economia Aziendale alla Facoltà di Economia di Padova (da anni la prima in Italia) e Presidente della Commissione Permanente "Programmazione" del CUN (vedi qui e qui) ci fornisce alcuni dati importanti. L'ammontare dell'FFO nel 2008 è di 6872 Milioni di euro e nel giro di tre anni arriverà a 6030 Milioni di euro con un taglio di 842 Milioni di euro. Stiamo parlando di un fondo che è vitale per le Università italiane. Se possibile, la situazione è peggiore per vari motivi. Innanzitutto, la campagna di propaganda becera che sta facendo l'attuale maggioranza. Essa, infatti, sostiene che l'FFO aumenterà nel 2009 (e che calerà solo dopo per eliminare gli sprechi) per cui non si capiscono le lamentele degli Atenei. Questo è il classico caso in cui sarebbe meglio star zitti piuttosto che sparare cavolate. E' vero, infatti, che nel 2009 l'FFO crescerà (6934 Milioni di euro) ma questo aumento, in primo luogo, è stato previsto dall'ultima Legge Finanziaria del Governo Prodi sulla quale la legge 133 non può agire, per cui non vedo quali meriti possono attribuirsi gli esponenti attuali del governo. La legge 133, infatti, entrerà in vigore (se approvata così com'è) solamente nel 2010. In secondo luogo, proprio per il motivo di cui sopra, il definanziamento risulterà ancora più aggravato degli 842 M di euro già scritti da me prima (da 6934 a 6030 sono 904 Milioni di euro i tagli in tre anni) per cui non vedo perché il governo debba tirarsi sui piedi una zappa del genere.  Peraltro, andando in dettaglio, non è nemmeno accettabile che ci si senta rispondere che il taglio dell'FFO è eseguito per eliminare gli sprechi. Infatti, queste risorse tolte alle Università cioè al Sapere, non andranno impegnate nella riduzione delle tasse o, che ne so, nella realizzazione delle Infrastrutture, bensì verranno adoperate in un quantitativo approssimabile ai 440 Milioni di euro per Alitalia (e sapete tutti come sta andando la vicenda) e in un quantitativo prossimo ai 5 Milioni di euro per ripianare il buco statale creato dalla scomparsa dell'ICI (peraltro è una doppia truffa perché sapete che con il federalismo fiscale l'ICI cambia nome in "Tassa di Scopo" per cui la tassa rimane intatta). E' fuor di dubbio, dunque, che il Sistema Atenei è considerato la valvola di sfogo da parte dei governi che si succedono. Ho bisogno di soldi? Li prendo dalle Università, tanto non rompono mai le palle loro... Questo è il primo punto cardine (oppure il primo taglio cardine, vedete voi) della legge 133. Il secondo punto di scontro si riferisce sempre a tagli ed è il blocco del turn over al 20%. Cos'è il turn over? La parola sta per "ricambio" e rappresenta l'assunzione di un giovane Ricercatore al posto di un Professore che va in pensione. Questo serve per mantenere intatta la struttura di Didattica e di Ricerca di ogni singola Facoltà. Se si limita al 20% significa che per 5 Professori che vanno in pensione solo 1 nuovo Ricercatore viene assunto. Tutto questo, ovviamente, con buona pace della meritocrazia dato che quell'uno, molto probabilmente, dovrà avere "buone conoscenze" per entrare nel Sistema e con buona pace della Didattica/Ricerca. Gli altri 4 corsi, infatti, chi li sostiene? Quale studente riuscirà a laurearsi in tempo dato che prima aveva 5 Professori che potevano fargli fare la tesi e adesso ne resta solo uno? Chi le paga le tasse universitarie mentre fa la fila aspettando il suo turno per entrare in tesi? E' ovvio che questa misura non aiuta, o meglio aiuta solo in parte gli Atenei che vanno male perché permette loro di rientrare nel bilancio tagliando il personale. Dico "solo in parte" perché i soldi derivanti dal taglio del personale non potranno essere utilizzati ed investiti dagli Atenei (per miglioramenti, per nuovi edifici, per le borse studio...) ma dovranno essere dati allo Stato. In pratica lo Stato è padrone e deve fare cassa e la fa non tagliando gli sprechi della politica ma prendendosi tutti i soldi derivanti dai tagli alla scuola. E per fortuna che non si dovevano mettere le mani in tasca a nessun cittadino!!! Terzo punto cardine della legge 133 è la progressiva trasformazione delle Università in Fondazioni di Diritto Privato che avranno la titolarità del patrimonio. La legge cita che "le fondazioni universitarie sono enti non commerciali e perseguono i propri scopi secondo le modalità consentite dalla loro natura giuridica e operano nel rispetto dei principi di economicità della gestione". La frase mi pare chiara ed esaustiva. Poi ovviamente il governo si affretta a dire che non è consentita in ogni caso la distribuzione di utili tra i soci, ma ci mancherebbe altro oserei dire. La legge è questa, per cui non ci vuole un giurista per capire che la trasformazione totale delle Università in Fondazioni è catastrofica per quello che l'Università rappresenta. E' il luogo del Sapere e delle Idee e non può diventare un mero distretto separato delle ditte, dove al suo interno si farà solo la Ricerca che comoda ai soci che la possiedono. Un Ingegnere Ricercatore si troverà a saper fare solo una determinata cosa e, se per sua disgrazia, un giorno dovesse essere licenziato non sarà in grado di fare nient'altro. Anche in questo caso ci sono proposte e ve le elencherò la prossima volta. La protesta dell'Ateneo di Padova, dunque, riguarda maggiormente questi punti (poi ci sarebbe da parlare delle Borse Studio ma preferisco inserirle nel prossimo post che credo vi interesserà molto) ed è una protesta legittima in quanto è tra gli Atenei più virtuosi in Italia e fa parte dell'AQUIS, ossia l'associazione degli Atenei più produttivi in Italia. Questa legge, dunque, prevede tagli per un 0.83% della spesa corrente (e sono tagli orizzontali ovvero indiscriminati) più il turn over e se si aggiunge tutto ciò al fatto che in Italia si spende per l'Istruzione e la Ricerca meno dell'1% del PIL (quando il Trattato di Lisbona ratificato dall'Italia ad inizio Legislatura prevede che ogni Stato fornisca alla Ricerca circa il 3,3% del PIL) si capisce come gli Studenti, i Ricercatori ed i Professori forse tutti i torti non li hanno quando protestano. Da 15 anni l'Università Italiana è ipofinanziata e questo Decreto Tremonti/Gelmini è la goccia che fa traboccare il vaso. Loro non molleranno mai, noi neppure!